lunedì 30 luglio 2012

La mia famiglia all'aeroporto, il volo per Los Angeles e i kamikaze.


Lacrime preventive. Ecco che ci vorrebbe. Ve le pigliate alle pastiglie per il mal di mare prima che v'imbarcate per uno di quei terrificanti viaggi per andare come a tanti animali in Sardegna, sì? Allora, se io devo andare a prendere l'aereo con zio Billy e tata Maddalena e Billy piccolo e nonna Vittoria io non ce la voglio alla pastiglia ma devo gettare lacrime preventive perché già lo so per certo che qualche cazza di roba bruttissima assai mi si rovescerà precisa sopra alla capa mia tipo 'na valanga di guai da telegiornale co' tanto d'edizione speciale di Bruno Vespa che trema e sbava.

          Allora io ho imparato a pensare al peggiore dei guai da passare, ma non so' Stephen King e tengo il cervello a trazione romantica per cui vi racconto i cazzi dei fatti e facciamo prima. Oceani di lacrime, sentite a me.

          Tata Maddalena e nonna Vittoria e zio Billy e Billy piccolo  se ne devono andare all'America da mio fratello che lavora a Los Angeles. Tre generazioni di sangue mio  in volo sopra alle nuvole a trovare quella disgrazia naturale di mio fratello, Filippo, l'assente padre di Billy piccolo e Vittoria piccola che saggiamente è rimasta a casa a badare alla cana.

          "Maddale' guardami bene e presta attenzione assai. Tieni la capa bella concentrata appresso alle parole mie, stiamo intesi?". Così dice a Maddalena zio Billy vestito con un abito celeste pallido, ma talmente pallido che ci viene voglia di portargli un bicchiere d'acqua e zucchero a 'sto vestito. La mise di zio Billy è adeguata, secondo lui, a quel che deve fare.
          "Mi devo prendere l'aereo, no? E mi vesto come al cielo, ma tu cazzone che capisci". E s'è vestito come al cielo co' qualche nuvola, tiene la camicia bianca così come bianca con punte di spillo celesti è pure la cravatta, mentre per gemelli tiene due enormi stelle marine in turchese. Ma pure devo ammettere che questo quando si veste a volte mette cose alquanto fascinose, tipo le calze che tiene oggi, in cotone filo di scozia a righe celesti e bianche, 'na roba sciccosissima.

          "Signorino Billy ci teneto tutto il mio comprendimento dacetemele le direzioni istruittive che io ve le insecuo di precisazione".
           "Maddale' non mettere niente da mangiare nelle valigie, hai capito? Maddale' mi raccomando, hai capito? Maddale' non si può. Maddale' ci arrestano, hai capito? Maddale' non ci fanno partire. Hai capito Maddale'? Guai e anatemi grossi assai se metti roba da mangiare nelle valigie, capito Maddale'?".
          "Signuri' sto ignorantissima mica scimunita,  e co' stu hai capito che mi ce li aveto abbuttati addosso come a un ragano, eh".

          Siamo arrivati a Roma talmente in anticipo che ce ne andiamo a pranzo in un ristorante dove non appena entriamo iniziano tutti a venerare a zio Billy tipo come a 'na divinità. Ci sono forse 39 gradi siamo seduti all'aperto e al momento di ordinare le pietanze a me pare di vedere la signora della Columbia Pictures in controluce. Maledizione alla fame nel mondo. Un trionfo di fritture, di bollito, e parmigiane e lasagne e finanche brodo e per giunta vino rosso. Maddalena a me pare persino ben più grossa dei suoi centodieci chili. Ho chiesto più volte se per caso non so' stato adottato. Vi dò la parola mia d'onore io non mangio come a questi. Per non parlare del fatto che zio Billy e Nonna Vittoria si so' menati tre bottiglie di bordeaux che se ce lo viene a sape' Equitalia ci pignorano le urine. Dovremmo andarci a piedi all'aeroporto, da Piazza Del Popolo a Fiumicino, a piedi.

          Vi risparmio il tragitto in taxi con dibattito surreale Billy piccolo vs. tassista: il mio giovane congiunto avrà modo col tempo di capire che i tassisti romani hanno un'opinione su tutto e ci tengono forte a fartela sapere l'opinione che tengono e te la urlano dallo specchietto retrovisore.
         In più, da stamattina, sento n'odore forte di formaggi vari come che ce li tengo nel cervello a stagionare.
        E come se non bastasse mo' tengo forte il complesso delle manie di persecuzione ché mi pare che chiunque ci fissa brutto tipo che evidentemente deve sembrare strano che uno svenente abito celeste elegantemente magro di settantasettanni rappeggia co' nu cappellino viola messo al contrario sopra a 'na testa di riccioloni castani accompagnati da una felpa d'un indefinibile colore mentre un paio di jeans di almeno due taglie oltre il necessario calano a terra smodatamente cedendo alla forza di gravità dando così a chiunque la gioia d'ammirare un bel paio di mutande che lasciano sgradevolmente alla vista lo spacco delle chiappe di mio nipote. Tale foto già basterebbe ma invece l'artista decide di usare un grandangolo in modo da far apparire anche una coppia di matrioske nere che facilmente Maddalena se la contiene precisa dentro di sé  a nonna mia.
          Maddalena oggi, indubbiamente, pare notevolmente più grossa del solito. E nessuno s'è venuto a ritirare le forme di formaggio dal cervello mio, bisogna giustamente smaltire prima quelle dell'Emilia.
       
          Adesso siamo in coda per il check in, e spiegare a nonna Vittoria che non avrebbe corso il rischio di essere colpita da un tiratore in agguato ha richiesto pazienza e tempo, assai. Siamo circondati dal nemico. Ci sta un gruppo di primordiali napolomericani che la fotografia non ve la posso descrivere che non so' capace, vi posso solo di' il titolo, nero e catene d'oro con basette vintage.

        "Yeah, 'stu fuck di terrorism it is really 'nu gross cacamend ro cazz they stann' a farti go away la voglia to come back in Italì".
        "Well brother you are right so assaje it's just a wasting tempo with tutti these condrolli".
        "Oh yes. It is la terza time that caccio lu passport, ngul a chi le mmuort to everybody".
         "Scusatemi lor signori, permettano una parola. Lo capiscono l'italiano corretto?" Cristo per Cristo con Cristo e tantissimi Santi altri soprattutto a quelli meno noti, ma perché zio Billy non si riesce a fare mai, dico mai, i cazzi suoi?
         "Well old friend of mio what the hell vuoi? Speak as you want but face ampress, come on".
         "Caro connazionale il suo modo d'esprimersi non è certo inferiore alla sua eleganza, mi permette di rivolgerle una domanda?".
          'Sto specie di Joe Pesci si guarda a zio Billy e sopranescamente annuisce col capo.
          "Dunque se vi fossero due code, una come questa, lunga fatta di estenuanti e ripetuti controlli, ed un'altra, dove si sale direttamente sull'aereo senza neanche mostrare un documento e niente metal detector e perquisizioni, di grazia, lei, subumano ipercoglione puzzolente, quale cazzo di fila sceglierebbe per far imbarcare i suoi figli?".
         "Hey son of a bitch mo' i will do to you nu paliaton mammata fucker..." e mentre Pesci e company stanno per fracassarsi di mazzate a zio mio ecco arriva invisibile e silenziosa, ma altrettanto letale, 'na nube tossica di zolfo ed uovo sodo e brodo e tortellini e fritto misto e parmigiana di melanzane e bollito.

          "Wow, damn, what's happened. O my God, it's terrible. Pongy, fuck, what a stink. Get out of here, c'mon, let's go, jamm cenn'".
            "Uuuu, ma what it is cazz 'e puzz, we're in the shit"
            "Maronn' Maronn' run away scapp' scapp' azz wow".
           Provvidenzialmente la squadra antisommossa della famiglia mia ha salvato zio Billy dalla morte certa. Billy piccolo ha usato i lacrimogeni che custodiva dentro di sé in modo da disperdere la folla di facinorosi. Mi sembra di vedere agli Angela, padre e figlio, che ci chiedono a Billy piccolo come ha fatto a partorire 'na simile atomica flatulenza senza peraltro cagarsi addosso.

          E mentre aspettiamo che Billy piccolo risponde ai quarkiani noto una certa anomala agitazione nelle forze dell'ordine. E' tutt'un frenetico parlare in quegli aggeggi che tengono sulle spalle, adesso sono comparse anche le armi. L'unico che pare non essersi accorto di nulla è zio Billy ora intento in un'altra sua specialità.
          "Insisto, la prego gentile Gabriella. Venga con me, mi lasci almeno provare a vedere se c'è un posto sul volo. E' assolutamente consigliabile, dopo uno stressante periodo di vacanze in Sardegna, andare a Los Angeles per disintossicarsi. Anzi, venga con me e una volta a Los Angeles proseguiremo per Bora Bora, la prego, dica ai suoi occhi meravigliosi di ordinare alle sue superbe labbra di assecondare questo povero vecchio, Gabriella, allora? Le passo le mie cuffie, se le piace questo pezzo verrà con me, d'accordo?". Adesso sono sopraffatto dal panico poiché sono consapevole che se la bella Gabriella dice sì a zio Billy quello le cede il biglietto mio, è garantito. Anche perché, pur ammesso che non lo conosce, come fa a non piacerle il pezzo di Bebu nostro?


          Ma la risposta di Gabriella nessuno la saprà mai.

          Maddalena è troppo grossa per passare dal metal detector e non vuol farsi mettere le mani addosso dalle guardie.

          "Levate alle manacce vostre dalla biancheria mia, sa!".
          "No no Maddale'...mi scusi Gabriella bella" e zio Billy si tuffa letteralmente per cercare d'impedire che Maddalena sferri il suo temibilissimo gancio sinistro sul volto del poliziotto.
         Troppo tardi. Ho letto tanti libri, e visto tanti film. Ho capito, è un diversivo. Davvero c'è qualche problema, di quelli seri.

          "Un Kamikaze, state giù, tutti giù".
          "Nu cazz e cane?" esclama nonna Vittoria.
          "Presto, a terra!". Adesso un poliziotto tiene il suo mitra sopra alla faccia di Maddalena, la quale gli dice "Che cazzo di cane e cazzo di cane ma che ve lo andate trovando da me".

          Un urlo terrificante viene lanciato da Maddalena che adesso, a ottantadue anni, è bloccata assieme ai suoi centodieci chili, forse centotredici visto quello che s'è strafogata oggi, da cinque poliziotti che...porca cacca, la stanno spogliando!

          E priva delle sue vesti, Maddalena, la nostra tata, è davvero nu cazz di kamikaze.

          Infatti Maddalena indossa diverse cinture di provoloni e pecorini e scamorze e pure 'na banderuola di salame piccante, due collane di peperoni essiccati a mo' di giarrettiere, nu kamikaze di prodotti dop pronta a farsi esplodere bloccata in tempo dalle forze dell'ordine. Ecco perché il mio cervello stava pieno di formaggio.

          "Maddale' questo perché non sì scimunita, t'avevo detto niente ROBA DA MANGIARE!". Le urla rabbiose di zio Billy non sono certo dovute al fatto che Maddalena ha contravvenuto alle sue disposizioni tantomeno perché abbiamo una terrorista DOP in famiglia. Zio Billy sta nervoso assai perché sa che 'sta figura di merda ha certamente contribuito a far sparire Gabriella.

           "Signuri' sto co' l'ignoranza grossa brutta, ma nun so' né ascimunita né disobbedita: io roba da mangiarla addentro delle valigie non ce ne sono prorprio ammessa, ah!".

           E Maddalena tiene ragione!

lunedì 23 luglio 2012

In pizzeria con Cungo, i bambini belli e gli anni '80.

Lo so che voi non ci credete, ma questa è la cazza della verità, questi sono i fatti che sono andati precisi come ve li racconto.
C'era Cungo, che già sapete chi è, l'amico mio farmacista. C'era Gerardo, vestito puntuale come a Magnum P.I. e c'era pure Antonio, che tiene i capelli come a Michael, quello di Supercar.
          E c'era cocozza, Fabio, che nessuno di noi se lo sopporta anche perché davvero è insopportabile. Mica solo per quel problema dell'alito che una volta zio Billy ci disse "mio giovane tuttologo, non ti serve un igienista dentale, no. Tu devi andare in chiesa e farti fare un esorcismo per espellere quello che tieni in corpo, senti a me!". Il classico tipo io io io, io sono un signore, e ovviamente non è vero, io sono un grande avvocato, e ovviamente non è vero, io ho sempre ragione, e ovviamente vattene a fanculo tu e l'alito tuo. Cocozza è l'unico sposato, ovviamente s'è sposato a nu zucculone. Noi, tipo una volta alla settimana ci andiamo a fare la pizza. Siamo 'na stampa polaroid degli anni '80. Abbiamo tutti quarantasettanni ed una soglia d'invergognabilità smodatamente alta. Ce ne andiamo in un locale talmente kitch che manco i messicani del cartello della droga ci organizzerebbero le loro festicciole. Ma la pizza è buona assai, e pure la birra.


Solitamente, prima di ordinare facciamo un giro di due medie. Obbligati a questo rito da Cungo che, da sacerdote della beviterapia, sostiene "Ci dobbiamo scaldare, deve entrare in circolo la birrozza che dobbiamo stare attenti a quando arriva il momento che perdiamo la lucidità". Il resto del mondo si accorge che la lucidità nostra se ne scappa come a Bolt quando, all'unisono e senza alcuna giustificazione, veniamo sopraffatti dalla ridarella e Cungo sottolinea il momento sbattendo forte forte la mano aperta sul tavolo. Sbatte forte, Cungo. 

Gerardo invece tiene l'animo gentile, di solito piange. Infatti adesso sta piangendo. Antonio, che non è mai lucido per principio,  tiene l'abitudine di grattarsi. Si gratta sì, ma non lo fa con le mani. La forchetta se l'impugna a martello e si gratta dietro l'orecchio. Non si fa mai cambiare la forchetta perché dice che non vuole farsi prendere sul cazzo dalle cameriere. Indovinate dove comunque se lo tengono le cameriere, a Antonio.

          "Anto' vedi che la signorina aspetta solo la tua di ordinazione. Non ti preoccupare che puoi ordinare senza che smetti di grattarti la cazza della recchia".
              "Sì sì, non c'è problema". La gentile signorina non è che tiene esperienza a trattare con i malati di mente, è solo che ci conosce bene e sa che siamo innocui.
L'atteggiamento di cocozza è pari a quello di Higgins, stessa faccia di culo, niente baffi, meno intelligenza. E a cocozza noi lo prendiamo sempre per come è la faccia sua, che peraltro odora proprio come che è la faccia che si ritrova.

L'immenso locale si va via via riempiendo. C'è la stessa serena ovattata atmosfera come in un palazzetto dello sport durante una partita di pallavolo di un campionato minore. Ovviamente i fischietti, se ne ode il sibilo ben distinto di almeno tre, come i palloni e le bandiere, non mancano. Così come non possono mancare i diverbi tra gli allenatori e i genitori di campioni in erba, laddove l'erba è quella che tengono nel cervello. 

E' il turno di Cungo. Ha aspettato ad ordinare per poterlo fare con la cameriera nuova, che potrebbe essere tranquillamente sua figlia. Mentre la mamma era certo 'na mucca, considerato che la signorina ci ha due mammellone che se ci avesse un vestito coi rombi era precisa come a nu San Siro. 
          "Eh?"
          "........." E Cungo ci piazza pure n'espressione a tipo ecchéccà, non sei italiana?
          "Scusi?". E stavolta la figlia della mucca s'abbassa di un tanto.
          ".........". E vabbuo' tu non si' italiana.
          "Non ho sentito, mi perdoni".
          "So'...mo...ella..". Cungo guarda noi e poi la cameriera. Con lo stesso sguardo di Berlusconi alle feste sue.
         "Accipicchia, scusi, ma con 'sta confusione...mozzarella?...non ho proprio sentito..." E si china sul nostro amico.
E Cungo mo' tiene la faccia di Fonzie poiché, da gentiluomo qual è, va incontro alla mucchina nel preciso istante in cui lei s'abbassa così l'immenso naso del farmacista mo' sta preciso nello spacco delle mammellone della cameriera. Cungo bacia i due San Siro e ripete "Ma so' tutte le tue 'ste cazze di mammelle?".

Gerardo già piangeva, Antonio controlla che tante di quelle volte si fosse fatto uscire il sangue con la forchetta e io mi guardo la signorina con la faccia del condannato a morte. La mammifera pare indecisa sul da farsi e allora Cungo, che da buon galantuomo è pure romantico, le dedica una canzone che è precisa 'na poesia, si alza e "E famm' muri' dicendom' sì...n'ata vota..."


al ritornello, le mammelle se ne vanno. Cungo ci guarda meravigliato brutto "Azz, manco 'na canzone te le smuove a queste...so' cambiati assai 'sti tempi, e mamma mia". E si cala la terza birra.
Cocozza si dissoccia "Non concordo con il vostro modo di fare". E noi, come al coro di Nora Orlandi "E tanta cazz!".

Certe volte lo capisci quando non è cosa. E perché allora non mi sono alzato e me li sono portati via? Siamo circondati da altri e ben più importanti misteri, sicché ordinammo n'altra birra, la quarta. Media, come le precedenti tre.

Un gruppo di campioncini di pallavolo s'è piano piano allontanato dal campo di gioco e ha fatto invasione nelle pertinenze nostre. C'è un piccolo delinquente con un enorme bazooka ad acqua, ci sta pure Robin Hood con l'arco e, soprattutto, le cazze di frecce, Tarzan col pugnale, e Del Piero col pallone, 'ngula a lui. Già è proprio Del Piero che catalizza la nostra attenzione. Per diversi motivi. Il primo dei quali è che Del Piero, da cinque minuti, ricorda a tutti noi, tutti milanisti, che la Juve ha vinto il campionato.
          "Sì, Del Piero bello adesso vai a dirlo alla bocchina di mammeta che hai vinto, vai vai..."
          "Mammina mia tiene la bocca grande..."
          "Appunto"
          "Come appunto, tu hai detto bocchina"
          "Vai da papà tuo e fattelo spiegare, vai vai" Cungo se lo tratta alla pari, non avverte la differenza d'età, pur considerevole poiché parliamo di circa quarantanni.
          "Vuoi vedere come tira le punizioni Del Piero?"
          "Vuoi vedere che ti faccio parlare pure a te co' gli uccellini come fa quel cazzone?"
          "Hai detto una parolaccia"
          "Il pargolo ha ragione" Ecco cocozza, l'avvocato d'ufficio con lo zolfo in bocca..
E' garantito che mo' Cungo sta pensando che mettere le mani addosso al nuovo San Francesco non è bene però quanti avrebbero voluto vedere Magnum P. I. che si stroppiava di palate a quel rompicoglioni di Higgins?
A togliere tutti dall'imbarazzo ci pensa Gerardo che adesso non piange più mentre invece ne avrebbe ben donde poiché è stato appena colpito su di una gengiva da una freccia.
Antonio, senza smettere di grattarsi, ci mancherebbe, cerca di attirare l'attenzione dei veri colpevoli: i genitori di 'sti cosi qua. Il suo sbracciarsi non sortisce gli effetti sperati.
          "Forza Del Pie' adesso torna al tavolo tuo tu e i tuoi amichetti, fai il bravo bambino".
Gerardo esamina la punta della freccia come a chiedersi se possa essere avvelenata.
Cungo guarda male, molto molto male in direzione dei procreatori dei nostri nuovi compagnucci.
E' un'allegra tavolata di otto coppie del paleozotico. Certamente nutrono la convinzione che le pizzerie sono parchi primordiali dove si può dare libero sfogo alle proprie fantasie. Prima fra tutte, sciogliere i bambini.

          Noi però non avevamo notato il più pericoloso tra i fanciulletti. Un mingherlino di 90 centimetri identico a un lemure  armato di una lancia di 110 ovvero l'armato perdeva 20 a 0 nel confronto con l'arma. Ebbene Angelo, non poteva certo avere nome più appropriato, decise di lanciarsi a velocità inaudita verso il nostro tavolo sul quale planò a tuffo travolgendo quattro dei cinque boccali di birra tenendo ben tesa innanzi a sé la lancia che finì la sua corsa sul naso di Cungo.

         "Porca zozza d'una paletta..." Higgins cocozza
         "Cristo..." L'invocazione di Gerardo che ora teneva un leggero gonfiore sulle gengive dell'arcata dentale superiore.
         "Che peccato, tutte 'ste birre..." In periodo di crisi, Antonio sottolineò lo spreco.
         "ORZOWEI!, 'ngula a tutti i meglio muort di chi te mmuort a te e mammeta..." Cungo fu l'unico, forte anche del sangue che perdeva dal naso, a ben inquadrare la situazione. E d'impeto passò, purtroppo, al contrattacco. D'altronde, come dargli torto?

          "Del Pie' ora giochiamo al cane. Io sono il tuo San Bernardo. Tu mi lanci il pallone. Io te lo riporto." Lo sguardo di Cungo non ammetteva replica alcuna. Ora, un farmacista di quarantasettanni,  alto duecentotrecentimetri, con il naso sanguinante, in una pizzeria piena di gente, si mette a quattro zampe e abbaiando intima a Del Piero di lanciare il pallone in direzione del tavolo paleozotico.

           Il pallone è ora il portale per un universo diverso, altro. E tutti gli avventori, consapevoli di ciò, sono adesso muti e seguono la parabola dell'oggetto che cambierà per sempre le loro vite. Sanno che stanno per assistere a qualcosa di epocale.

           Il mio amico cane vola a quattro zampe appresso al pallone ed entrambi atterrano fragorosamente sul tavolo di sedici cattivi educatori. Il tavolo cede sotto il peso di Cungo come un wafer inzuppato. Urla, risate, vetri ovunque, schegge di legno, un trionfo di rosso e ambra a tipo 'na mostra d'arte contemporanea e tutti ci stiamo chiedendo se il rosso è ketchup o sangue.

          Cungo abbaia che pare a Linda Blair e si lecca in faccia tutte le incredule signore che gli capitano a tiro. Riavutisi dallo shock gli uomini sembrano sul punto d'intervenire e proprio mentre s'organizzavano per uccidere al mio amico, ecco il colpo di genio. Sempre abbaiando e a quattro zampe, Cungo s'avvicina al padre di Orzowei, ancora intontito, gli fa tre giri intorno e...uggesù uggesù, alza la gamba e si libera di quattro birre medie che teneva in corpo direttamente sopra alla testa del procreatore del lanciatore di lancia. Maronna ti ringrazio che non ci sta zio Billy.

martedì 17 luglio 2012

TERZA ED ULTIMA PARTE - Zio Billy, l'amore e internet.




         Mi muovo con i riflessi di Bob Marley e circondato dalle nuvole me ne scendo da basso lasciando al mio vecchio zio la giusta privacy.

          Sì, la privacy della finale del superbowl. Infatti, al piano di sotto, nei pressi del settore distinti camino, capeggiati dal capo ultrà Maddalena sono come per incanto comparse tutte le maruffe fedeli di teleternità che a due mani roteano per aria lunghissime catene di rosario.

          Nei pressi della tribuna centrale Vittoria piccola è riuscita a convocare gli inviati dei mass media per cui il salone è adesso la hall di un ostello autogestito alla periferia di Amsterdam, mentre il settore distinti del corridoio vede gli holligans capeggiati dal piccolo Billy con i suoi amici dei quali nessuno, e dico nessuno, si vergogna di mostrare la biancheria intima. Delle mutande in sè me ne fotto, ma mi chiedo, come cazzo fanno a camminare con i jeans praticamente alle ginocchia, che cazzo di motivo tengono di portare i jeans a quel modo?

         Nonna Vittoria è adesso Von Karajan e intima il silenzio a tutti gli spettatori. La vergogna è un sentimento sconosciuto a questa cazza di casa.

          "Buongiorno amore mio". Zio Billy è collegato
          "Ma...buongiorno a te, come va?".
          "Va' da Dio. Non sono mai stato così bene in tutta la mia lunga vita. Non ho mai smesso di pensare a te. E siccome, da sempre, chiamo le cose con il loro nome ecco che non ho difficoltà a dire che mi sono innamorato di te, meravigliosa creatura".
          "Accidenti....non so cosa dire...certo mi lusinga la cosa...ma...".

Nonna Vittoria guarda in alto, a braccia aperte a tipo jumbo, con le palme delle mani aperte e rivolte verso l'alto, le sue labbra si muovono velocemente ma dalla sua bocca non esce suono alcuno.

           "Ommioddio ommioddio, che figata iper super mega strepitosissima" questo il falsetto alla Bee Gees sussurrato dalle ospiti dell'ostello olandese.

          "Non devi dire nulla, mia adorata. Ho passato le ultime due notti a guardare e riguardare e riguardare su you tube la tua presentazione e più volte le mie labbra hanno baciato lo schermo del computer". Zio Billy, se non fosse che i tuoi defunti so' in larga parte pure i miei, mannaggia a te, e poi so' io il coglione.

           "La presentazione?".
          "Sì, sì. Ma parlami di te, ti prego".
          "Ma, cosa dirti...
          "Sei bellissima".
          "...beh, grazie. Tu sei molto galante, ma quanti anni hai?".
           "Purtroppo 77, ma me ne sento 40 solo a guardarti, angelo mio".
Un terremoto. Se ci sta una qualche superiore entità questo è il momento, questo è il luogo. Nu cazzo di terremoto epocale e finisce 'sto strazio. Entità, mo' è 'u mument, forza!

          "Accidenti! Ma ne dimostri molti in meno, sai. Davvero, te ne avrei dati una sessantina non di più. Maddài, 77!".
          "E tu?"
          "Quarantacinque tra qualche giorno..."
          "Una bambina, amore mio"
          "Cavolo se corri, però è vero l'età non conta. E' solo che, per essere assolutamente sincera, beh, sai, qui in rete ce n'è di gente strana. E' per quello che sono un po' freddina e titubante. D'altronde, cerca di capire, è la prima volta che ci vediamo...
          "Grande amore mio, questo è null'altro che il primo anello d'una catena che forgeremo assieme saldandola con l'eterno vigore della passione. Ho voglia delle tua labbra sulle mie, mia adorata".
           "Ancora accidenti e che impeto".
           "E questo è niente. Ti chiederei di spogliarti ma non lo faccio solo perché sarebbe inutile e mi porterebbe ad una sofferenza che non saprei sopportare. Dimmi, dimmi, dove abiti?
          "Ma, ecco...".
          "Non tentennare, ti prego..."
          "No ecco, è che. Insomma, tu capirai, io adesso ti dico dove abito e poi tu cosa fai, ti presenti qui?".
          "E perché, non è forse ciò che anche tu vuoi di più dalla vita in questo momento?".

Un uomo senza vergogna. Questo è mio zio Billy. Non tiene faccia.

          "In effeti, ti dico la verità, tu mi piaci. Ma di te non so nulla".
          "Ma come, assieme alle foto e al profumo, non hai ricevuto la mia lettera e i miei cd? Ti ho mandato dieci cd con la mia musica preferita".

Uomo di merda. La mia musica e i miei cd, ecco che fine hanno fatto, malato di mente. Pure 'na lettera ci ha scritto.

          "No, giuro non ho ricevuto nulla, d'altronde dove mai avresti dovuto mandarmeli, scusa?"
          "Tesoro, ma all'indirizzo che mi hai dato in chat!"
          "Scusa eh, ma se ti ho detto che è la prima volta che ti sento e vedo!".
          "Ma che dici, perdinci!". E così dicendo zio Billy inforca gli enormi occhiali in celluloide e scruta meglio lo schermo del pc, esclamando "Oh porco di quel santo cazzo!".
          "Prego?"
          "Scusa, m'è scappato. Hai ragione, sono mortificato ho cliccato sulla telecamera che stava sopra a quella che avrei dovuto cliccare, mi dispiace, ecco..."
          "Accidenti, dispiace anche a me perché sei davvero simpatico..."
          "Beh ma allora amore che dammi il tuo indirizzo..."
          "Ma sì, perche no...te lo scrivo, ciao tesoro".
          "Ciao amore mio!".

Cioè, il tempo di salire al piano di sopra e quel maniaco flashato già si sta preparando la valigia mentre il pc trasmette le note di Brannigan, giustappunto. Ci sparerei in testa a tutt'è due ma che andatevene 




affang...e dallo schermo del computer ora sento provenire una voce, pure impaziente!

              "EHILA', SALVEEEE, ALLOOORA, PRONTOOOO...."
               "Buonasera, ehm mi dica signora..."
          "Come signora, ma Billy, ciao! Prima di tutto grazie per il bellissimo profumo e per tutti quei complimenti..."
          "Guardi signora credo si tratti d'un misunderstanding, e pure grosso assai, lasci che..."
          "...ma m'hai preso in giro, 77anni, mi hai mandato le foto di tuo zio, sembra noi s'abbia la stessa età, allora dimmi tutto".

Ma sapete che vi dico, che ce lo dico, eccome, che questa è proprio carina assai, mo' vi faccio vede' io.

          "Ascolta bella fanciulla, che tu la conoscevi Baia Degli Angeli, e il pezzo di  Bebu Silvetti..."


venerdì 13 luglio 2012

SECONDA PARTE - Zio Billy, l'amore e internet.



          "Scusa zio, si può sapere che stai facendo?". Questo ci chiedo a zio Billy che, dopo averci messo al corrente circa il suo stato di grazia intorno alle faccende del suo vecchio cuore, è scappato nei suoi alloggi e casa nostra adesso è sublimata dalle note di Bebu Silvetti.

          "Ha. Il coglione. E che vuoi capire. Ascolta, ascolta e muovi quelle chiappe atrofizzate che ti ritrovi, sderenato! Baia Degli Angeli, ha. Che pare tu ci sei mai stato, no. Muto, cazzone. Ti piace almeno 'sto pezzo, eh? Ascolta ascolta, che cazzone!".

          Effettivamente, mica tiene torto il vecchio..."Baia Degli Angeli, nel 1977. Oggi, ancora non ce ne stanno discoteche così. E pure quando so' andati via i due recchia, Tom e Bob, recchie sì ma ne capivano di femmine, ha se ne capivano di femmmine, che mitici s'andavano a sceglie' i dischi a New York, sopra a Gabicce stavamo. Ballavamo in piscina, tre piscine ci stavano e guardavamo il mare. Ma che cazzo puoi capire tu che te ne vai a Panarea. Puoi mai sapere, con il grande Petronio, il mio amico Generale, aaah che femmine ".
"Sì vabbè ci hai ragione. Bellissimo il pezzo e pure Baia Degli Angeli. Diciamo che però ero più interessato all'argomento amore sul web, ecco, quindi..."
          "Quindi un paio di coglioni. Balla, o fuori di qui".
          La bouganvìllea balla che pure vi vorrei dire come, ma non ci riesco. Mica ci riesco a dirvi in che modo 'sto vecchio di settantasettanni si balla a 'sto pezzo, che a ogni aaaaahhhh del coretto scuote il capo all'indietro che è 'na via di mezzo tra Raimondo Vianello e Tony Manero. E..., uggesù dei celesti cieli, mo' si spoglia, si sta spogliando...il rappresentante sindacale degli anni settanta mo' si spoglia.

          "Di grazia, perché ti spogli?"
          "Perché, mio gran spaccacoglioni, mi cambio d'abito per adeguatamente poter conversare con l'amata mia via web. Abbiamo appuntamento tra venti minuti".
          "Atteso che evidentemente non ama il giardinaggio ché diversamente vestito da bouganvìllea avresti fatto un cazzo di figurone, così, tanto per dire, ritieni necessario cambiare anche i calzini?".
          "Neanche meriti risposta, ovvio che cambierò anche i calzini". E così dicendo si sfila un paio di calze color salmone per indossarne un paio a righe blu e arancioni. Le sue rinsecchite gambe so' come 'nu campo di papaveri. E la Baia Degli Angeli non l'ha distratto abbastanza, tiene gli occhi da filippica.

          "Nipote del mio cazzo...".
          "Cioè, solo p' conferma, io devo prestare attenzione al linguaggio, io solo, giusto?".
          "E che, ti vuoi mettere alla pari co' me? Ma vafangul! Dunque, solo tu hai sollevato obiezioni. Solo il tuo cervello malato e privo dei file relativi ai sogni ha rifiutato la possibilità dell'amore. Certo, dovrei giustificarti poiché chi meglio di me sa quanto cazzone tu sia. Epperò, m'intristisco al pensiero di ciò che ti manca. Il sapere che tu non sia in grado di comprendere l'unica emozione, l'unica vera ragione di vita. Il vero motivo per il quale stiamo sopra a 'sta terra...". Il guru dell'amore è adesso indeciso, per questo s'è bloccato nella predica, tra due abiti praticamente identici, ve lo giuro, sono uguali.
          "Cioè sei indeciso tra quei due vestiti? Ma so' uguali, dannazione".
          "Ma che t'investa 'na cacca, no che non sono uguali. Sì hanno lo stesso colore, azzurro preciso alle casacche del Mundial dell'82, e sono entrambi doppiopetto, ma uno ha i pantaloni con i bottoni per le bretelle e l'altro no, quello con le bretelle, inoltre, ha le tasche oblique e lo spacco centrale, l'altro ha le tasche applicate e il doppio spacco e, infine, uno ha i bottoni d'osso naturale di colore grigio, l'altro li ha blu scuro. Come vedi, sei un coglione di dimensioni spropositate, e non capisci un cazzo d'eleganza!".
E, nel mentre si dirige verso lo sfacciato armadio contenente le sue camicie, si ricorda del sermone e prosegue "Alla tua età m'innamoravo almeno una volta alla settimana. Ero costantemente rapito da ogni forma di bellezza, mi bastava sentire una bella canzone, a proposito, il tuo neurone riesce a far ripartire il pezzo di quel grand'argentino di Silvetti? Ecco, da solo, che bravo, con il ditino, così, hai visto che ci sei riuscito cazzone? Allora, andavi alla Baia Degli Angeli e Spring Rain t'entrava nelle vene e non potevi non innamorarti d'un paio di sandali bassi nei quali alloggiavano lunghe gambe dalla pelle dorata contenute in un vestitino nero svolazzante dalla cui scollatura vedevi e non vedevi e poi tornavi a vedere e allora immaginavi proprio d'aver visto, ne eri certo, sì avevi visto l'areola d'un capezzolo, o no, forse sì fino a che i tuoi occhi non incrociavano gli occhi del vestito e lo facevano nel preciso istante del minuto 3:29 del brano di Silvetti, ecco, adesso, quando il basso rientra, aaahh, ma che cazzo ne vuoi capire co' quella faccia da beota che ti ritrovi. Mi fai salire il sangue alla testa già solo per il fatto che manco sbatti i piedi mentre ascolti 'sta musica. Mi chiedo, come cazzo fai, eh? Potrei morire tra un paio di minuti e me n'andrò nella tomba sapendo che la musica non ti trasmette emozioni, ma 'sto senza cazzo che altro non sei!"

          E come se niente fosse, sculettando e saltellando, mo' è immobile davanti ad un cassetto pieno di camicie, con le mani sui fianchi, sembra nu chirurgo in procinto d'operare un tumore al cervello. E finalmente svolge 'na camicia di seta grigia sulla quale spruzza una quantità indecente di profumo, Gardenia di Isabey che poi è ovviamente un profumo femminile, e infila i gemelli a forma di testa di cavallo in onice. Si sposta nella cabina armadio e ne esce con in mano due cravatte "Coglione, quale metteresti?", Mi dice mostrandomi due cravatte, una in maglia di seta rosa, l'altra in lino bianca. "Quella rosa, direi". Prende la cravatta rosa e me la tira in faccia dicendomi, indovinate un po' "Coglione, ma che cazzo capisci!". Almeno la vestizione è finita. No, le scarpe. Sta indossando un paio di scarpe oxford in vitello bicolore, bianche e nere. Forse è pronto.

          "Lord Brummel, le farai sentire tutto il profumo che hai messo, sì?"
          "Ah ah ah, cazzone. Certo che sì. Ieri ha ricevuto a mezzo corriere un flacone di questo profumo. Cazzone avariato, non metterti con me. Non provarci neanche". Questo non è pazzo, ma anche di più.

          Soddisfatto di quanto vede nello specchio, abbottona il doppiopetto e urla "Maddale' Maddale'"
          "Ditomi a mme signuri' ditomi che stà?"
          "Per favore portami 'na rosa bianca!". Tutti i santi del calendario. E Maddalena ci porta la rosa. E zio Billy si mette la rosa all'occhiello dell'abito e bacia i promontori di Maddalena dicendo "Grazie Maddale' come farei senza di te".
          "Signuri' sieto comanco a preciso di nu cinemo. Sieto como a nu cinemo, davveramente".
          "Perdona la pignoleria, Maddale' ma, non pretendo tu debba dire che sembro un attore no, questo no. Ma almeno di' che so' come a un cinema e no cinemo..."
          "Il film, mica la filma eh signuri', il cinemo no la cinema, voi me lo volete sempre a stare a prendermelo in giro". Inutile, è peggio di 'na filippina pure se è di Campomaggiore.

          Voi che leggete, vi prego, per favore, e che venitemi ad aiutare. Vi rendete conto come e con chi, soprattutto, vivo?

          "Ci siamo, è quasi ora".  E mi fa vedere le foto della sua amantecnologica. Bummete, e che pezzo di gnocca! Tutto si può di' pazzo sì, ma co' nu certo gusto.

          Si siede al computer e si connette a google+. Tiene lo sguardo rapito, questo fa sul serio.

          "Ue, Billy, zio Billy, nun tant t sient bbuon', ah?"
          "Sto troppo preso, assai. Non reggo, manca ancora qualche minuto. Sentirò la sua voce. La vedrò muoversi. Non ci posso pensa'. Ma tu non puoi capire. L'amore è tutto nella pancia, è gioia pura. Ti fa essere migliore. Ti viene voglia d'abbracciare a tutti, ma che perdo tempo a parlare con un pezzo d'idiota come a te, va' va', sparisci".

Si sente un trillo, ed ha inizio il collegamento.      



          FINE SECONDA PARTE - SEGUE.





mercoledì 11 luglio 2012

Zio Billy, l'amore e internet. PRIMA PARTE.

          "Lucooooo, Luco scenti". Il cervello di tata Maddalena non concepisce che un maschio possa averci la finale al femminile, potrei essere un Consuelo ma non Luca, no, per Maddalena, da quarantasei anni e passa io sono Luco. Comunque scendo, inutile aprire un'altra parentesi circa l'uso delle consonanti della tata.

          Arrivo in cucina e capisco che qualcosa d'insolito c'è. Noto infatti l'assenza delle maruffe rosariatrici  e, soprattutto, teleternità tiene un volume quasi a zero! La faccenda è seria.
Ci stanno tutti. Vittoria piccola, al solito, riesce in più imprese contemporaneamente, che già una basterebbe. Infatti un improbabile smalto verde pisello fluo viene steso da mia nipote sulle unghie dei suoi piedi mentre conversa al telefono e fa colazione con cosa manco lo voglio sapere. Billy piccolo vorrebbe che nonna Vittoria si prestasse a fargli da sparring partner per provare alcune nuove mosse di tae kwon do ma nonna Lee stamane tiene la faccia preoccupata assai. La cana guarda implorante Maddalena nella speranza, vana, che qualcuna di quelle enormi orecchie d'elefante, prima di diventare cotoletta, possa esserle lanciata.

          "Vi devo parlare". L'annuncio di zio Billy è dato mentre lo speaker che l'ha proferito passeggia a lunghe falcate in questo enorme laboratorio di neuroni fallati che è la cucina di casa mia. Manco tengo la forza di prendere un bel respiro. Il tono di zio Billy è quello di quando ci annunciò di aver cambiato idea circa il testamento. E' probabile che Vittoria piccola la pensi come me poiché ha bruscamente interrotto la sua conversazione telefonica. Ha paura che zio voglia nuovamente nominare unica erede una nota maitresse parigina. "Siedi, siediti coglione". E come rifiutare un così gentile invito vieppiù recapitatomi a voce da una bouganvìllea. Sì poiché lo zietto oggi tiene un abito color glicine con ampi revers a lancia, gilet basso doppiopetto, camicia a larghe righe celesti e viola dov'è perfettamente annodata una cravatta rossa con piccoli fiorellini verdi e marroni, per gemelli due grandi smeraldi verdi a forma d'edera sormontati da brillanti, le immancabili scarpe bicolori in vitello marrone e cotone cordura. Se si spalla alla parete ci mancano solo le lucertole ed è preciso a 'na cazza di bouganvìllea.

          "Avrete notato che da qualche settimana passo molto tempo su internet, che poi io l'avrei chiamata milannet, ma so' altri discorsi".
"Nonno, cavolo che l'ho notato so' settimane che i miei amici di feisbbuk si lamentano..."
"Ma statti zitta, che ci dai la amicizia alle genti e poi te l'incroci per strada e nemmanco ce le saluti...". Le palme delle mani aperte di zio Billy mettono fine all'inizio delle ostilità dei ragazzi, mentre mi convinco sempre più che sta per arrivare una qualche onda anomala poiché 'na battuta triste come a quella del milan, da zio Billy, proprio...

          "Sono innamorato!" Ma mannaggia a tutte le escort di questa cazza di terra, ecco che t'ha potuto dire zio Billy. Nonna Vittoria crolla in ginocchio a terra e alterna convulsi  segni della croce a genuflessioni lamentose a braccia stese in avanti "Ohimmé ohimmé, Maronna bella, disgrazzia, maledizione, fiuuum' d sangh, maaaar d' sangh, oceaaan d' sangh". Ecco, oltre gli oceani non si può andare. Billy piccolo piange. Vittoria, con il capo inclinato in una innaturale posizione, tiene la tipica espressione di chi si accinge alla risoluzione di uno di quei terrificanti problemi matematici dove il contadino s'avvia al mercato con dodici uova, una mucca e tre asini, e quanto tempo impiegherà considerando che dovrà fermarsi per far mangiare l'asino e vendere le uova con il cui ricavato e...ma vafangul, va va!

           Zio Billy è innamorato. Questa è la notizia. A settantasettanni. Adesso la cucina di casa mia è in un universo parallelo, roba altra. Mi giro, che potrebbe essere arrivato Hauer a dirmi che lui ci ha visto cose che noi umani e così io ci dico d'andare a farselo sfondare che le cose che ci ho visto io da dentro a 'sta casa va' va' Roy Batty bello, va'.

          La bouganvìllea prosegue "da qualche tempo ciatto in rete con un'incredibile fanciulla la cui grazia e bellezza non sono alla portata della vostra comprensione. Il suo modo di parlare, di accavallare le lunghe e meravigliose gambe, la sua gestualità, quel vezzo di spostar le ciocche di capelli dagli occhi mentre parla, una esse pronunciata in maniera così strana da essere non meno che irresistibile, lunghe dita affusolate, labbra carnose e occhi intelligenti prima ancor che meravigliosi". La faccia di mio zio sembra 'na cazza di Doris Day che naviga serena nell'irrealtà mentre non s'è accorta che tutte le fogne della terra so' esplose!

          "Gesù San Giuseppe e Madonna Maria mia, manco della Lorén, manco alla Lorén ce la parlava accussì". Il disperato tono dell'intervento di Maddalena contraddice il suo fare alquanto falegnamesco nel mentre prosegue nella sua mission, quella di preparare le più immense cotolette mai preparate.

          "Maddale', primo si dice Loren e no Lorén e, secondo, soprattutto, pensa al secondo ovvero fatti le cotolette tue...e, zio, ma perché, tu e la Loren..."

          "Eeeeeh, figliaruzzo bello mio, e che ne sai e che ne sai, quella la signora Loren ne ha versate di lacrime appresso a 'sto figlio mio".  Ecco fatto, nonna Vittoria sputtana pure alla Sofia nazionale.

          L'enorme punto interrogativo che m'è spuntato in fronte è adesso puntato a spot sugli occhi di zio Billy che dice "Sì, roba di gioventù. Come ti ho taciuto pure della signora Ekberg e della signora Carrà..."
          "E vabbuò, e delle Kessler no..."
          "...non tutt'e due, no. Solo Alice...".
Padre Pio, Giove, Thor e l' Uomo Ragno.
         "...non te l'ho mai detto ché forse un galantuomo va' in giro a parlar di donne? Quante volte t'ho detto che c'è chi parla di donne, e so' la maggioranza, e chi invece parla alle donne? E allora, via via. Stiamo sul pezzo, ragazzi".


          "Nonno ma è una notizia bellissima..." Ecco l'Imperatrice della Galassia delle Cretine, mia nipote Vittoria "Vero, nonno, vero. E verrà a vivere con noi, qui?" Ah-ha, poteva mica tacere, il Re della Beozia, Billy piccolo.

          Mi inserisco da dietro nella conversazione tipo come a un tackle di Benetti "Eccerto, qua posto ce n'è mica siamo abbastanza, speriamo anzi che tiene un bel cagnolino pure lei, eh?". Quando le battute, anche se in un momento drammatico, non vengono raccolte m'incazzo forte. "No, no, ha quattro gatti". Tutti gli Apostoli di Gesù Cristo "Un miliardo e seicento milioni di risposte altre potevi darmi, zio, e mi dici che ci ha quattro gatti? Ma che cazzo...". La bouganvìllea viene fortemente scossa dal vento "Come ti permetti codesto tono e linguaggio, eh? Ti ricordo che questa è casa mia!". "Veramente, tesoro bello puro e santo, questa è casa mia". La visurista, nonna Vittoria, ipocatastalicamente puntualizza.
          Il crotalo dormiente nel cervello della piccola Vittoria si desta "Ma nonno, quanti anni ha? Dove vive? E' zitella o vedova? Lavora? Ha figli?".

          E' un sogno. Una donna, apparentemente sana di mente, che ancora, a 103 anni, si ostina a chiamare suo figlio, un debosciato di 77 anni, tesoro puro e santo, il quale figlio ha appena reso noto a questa comune iponeuronica e schizzata di essersi innamorato su internet nel mentre si scopre che anni fa, il debosciato di cui sopra, ha avuto una storia con la Loren e la Ekberg e la Car..., no. E che m'incazzo a fare, è un sogno.

          "Piccolina mia, non sono in possesso di molte delle informazioni che tu vorresti...".
A Piedi Nudi Nel Parco, il tecnico dei telefoni, la faccia del tecnico dei telefoni quando Redford chiede a Fonda se c'è una birra in casa, quella faccia è adesso la mia stessa faccia.
          "Dovrebbe avere sui quarantanni, scrive favole ed è pure piuttosto apprezzata. So con ceretezza che ha tre o quattro gatti. Non ho ancora capito se è sposata nè so' con precisione dove vive. Dettagli per lo più ininfluenti". I farmaci non sarebbero sufficienti, avrei dovuto collegarmi con Cungo. Questa era da registrare.

           "Gentilmente, posso avere l'ardire di porre qualche domanda di tipo pratico?".
           "T'è concesso, sì. Ma presta attenzione a tono e linguaggio, coglione". Ecco.
         "Sorvolo sulla differenza d'eta. Avere il doppio degli anni della fortunata ti pone in una posizione privilegiata. Non sono sicuro di aver ben compreso. Dunque, tu la signora in questione hai avuto la fortuna di incontrarla fisicamente qualche volta?"
          "No, te l'ho detto. Internet."
          "Nonno, ma vi vedete pure in video?..."
          "...ma ci avete gl'indirizzi mail, o solo chat, e dove? Tu feisbbuk non ce lo sopporti, su Google+?"
          "...che strafigata super iper figa! Romanticissima, da botto!"
          "Ma che signorino 'nce l'avete avuta invitata di per il pranzo a mangiarla?"
          "Figliaruzzo santo, ma mica le hai chiesto di sposarti evvero?"
Stai a vedere che qua il pazzo so' io. "La cosa che mi preoccupa, e pure assai, è che in ognuno di voi ci sta un po' dello stesso sangue mio. Dico, vi rendete conto di che papagna di roba stiamo a parla'? D'un vecchio che s'è innamorato di 'na foto?"
          "No, no. Ho visto un bellissimo filmato su internet. C'è la mia adorata che parla per ben più di due minuti. Il video dura due minuti e nove secondi, per la precisione". E lo dice con la stessa espressione di seria e lucida follia che tiene Monti.
          "Cristo Manitù e Giove. Ti sei innamorato d'un video?".
          "Santissima pazienza, ma no. T'ho detto che ci ho ciattato."
Così come stanno tutti quanti, cana compresa, li vorrei mettere precisi dove mo' Maddalena si mette alle cotolette. A friggere dentro all'olio bollente. E zio Billy tiene la faccia di quando è in procinto di lanciarsi in una delle sue memorabili filippiche.


           FINE PRIMA PARTE - SEGUE.

          

venerdì 6 luglio 2012

Billy piccolo e la pubblicità.

          Gente, che prima di tutto vi voglio dire che a me, di parlare, di dire quello che ci tengo dentro al cervello, ma che mica me ne intrippa poi più di tanto. E' che ci sono certe cose che, parlando a voi gente con tutto il rispetto che vi porto, che proprio mi stanno sopra a il cazzo.
Il fatto che tengo tredicianni e devo porta' rispetto a praticamente tutto il mondo e mica comunque vuol dire né che so' scemo né che non mi porto appresso le mie opinioni. E certe opinioni le tengo precise. E ve le devo sbattere sopra alla faccia come a 'na palata.
         Fa' caldo. E capirai che scuppone, azz e che notizia. Siamo a Luglio, Santo Giuda e che vorrei vedere, e grazie a tutti i ciucci della terra che fa caldo. La notizia forse era se ci stava un qualche metro di neve da sopra ai marciapiedi, ma neve non ce ne sta perché siamo a Luglio e a Luglio fa caldo. Questo già ci dà una fila di tir di cose da capire. Ma ci bitumo sopra ai giornalisti che non vi voglio sparlare di loro. Voglio parlare del caldo e delle conseguenze che il caldo ci tsunama addosso. Anche quando fa caldo la gente deve fare quello che si fa pure quando fa freddo, mica ci vuole n'intelligenza superiore per certi postulati. 
         Epperò, mannaggia a quelle grandissime escort delle mamme della gente pubblicitaria. 
Le conseguenze del caldo sono tutta colpa della gente della pubblicità.  
E vi parlo con una certa precisione. Lasciamo stare la casa mia. Questo è 'no zoo che non può fare testo. E' per questo che mi sono fatto il giro di tutte le diavole delle case che mi potevo girà di prima mattina. So' stato a casa di Lallona, a casa di Barbara, da Silvia, da Gloria, dentro alla casa di Sergio, mi sono infrattato dentro alla casa di Cungo, vabbè, a pensarci Cungo manco testo fa, ho fatto il sondaggista dentro nelle case a prima mattina quando che è il momento della prima colazione, da Monichetta, da Alessandra, nelle case di Filomena e pure di Michele e di Luigi. Ve la faccio breve, volevo farvi capire che il sondaggio me lo sono fatto come si deve mica come agli exit poll. Lo spread tra la realtà e la pubblicità fa sembra' che quello nostro coi titoli tedeschi è favorevole a noi! 
Gente pubblicitaria, dove papagno ve le siete viste a quelle famiglie degli spot di tutte le vostre sorelle? Certe mamme tutte bone, truccate e gentili. Tra le mamme della pubblicità manco una che urla, che ti tira 'na cosa appresso. Tutto pulito. Il paparino bello pronto con la cravattina e con un bellissimo sorriso da primo ministro della Beozia si addenta la sua merendina, gnam gnam, felici si va a lavorare. Nessuno che rovescia il caffé, si tace di accoltellamenti tra fratelli, occhiaie e, soprattutto, manco nu cristiano con gli occhiali, manco uno! Certi lavandini e certe cucine come a vetrine di Via Montenapoleone.
Gente, ce lo dovete capire che le persone pubblicitarie sparano elefantiache minchiate.
      E che c'entra col caldo? Azz, e voi non ce la sentita la puzza di cane bagnato dentro alla metropolitana? Negli uffici? Quando al supermercato quello in fila davanti a voi muove le braccine che piglia la merce dal carrello e la mette sul nastro trasportatore, eh, eh, mo' m'avete capito, sì. Che venite investiti da quelle zaffatone calde di brodo, bello eh. 
          La colpa è della gente pubblicitaria.
Il deodorante vi mantiene freschi per 48 ore, ma vafangul, va va!
Vi dovete lavare, poi vi mettete il deodorante, ma al pomeriggio, sentite a me, che datevi n'altra sciacquatina, il deodorante non ce le dura 48 ore, cazzo. Non ce la dovete credere alla gente pubblicitaria!


lunedì 2 luglio 2012

Cungo, Skype, il Mago Minkionis e l'oroscopo.

          "Mago Minkionis, siete in linea?" La tecnologia, che cosa meravigliosa. E' infatti grazie alla tecnologia se adesso lo schermo del mio pc tiene le sembianze dell'enorme faccione di Cungo e del suo immenso naso gibbuto, ed è grazie alla tecnologia, o dovrei dire per colpa della tecnologia, se riesco a distinguere con assoluta precisione tutti i punti neri che ci tiene sulla faccia.
          Cungo è un cetaceo che parla e cammina. Fa il farmacista. Tiene una farmacia in uno sperduto paesello con meno di duemila anime ed è venerato come a Madre Teresa di Calcutta. E' alto duecentoduecentimetri e pesa centoventuno chili. A volte si esprime in italiano corretto. E' sempre sudato ma non puzza, a differenza della totalità degli avventori della sua farmacia. Detta così pare nu mostro, no Cungo tiene il suo fascino, ve l'assicuro. Adesso sposta i riccioloni biondi dagli occhiali le cui lenti sono perennemente come il fondo della teglia di parmigiana di melanzane di tata Maddalena e dice "Allora, mago Minkionis, all'anima de li meglio muort' ca tenete, siete in linea?". Trattengo una risata e ci dico "Si buonociorno buonociorno professore, voi vi state sempre ad uccidere di fatica vedo, ecchéccà che datemi il tempo di prepararmi, ecco". La mia preparazione consiste nel mettermi in testa un lenzuolo "Dito, ditomi". Ho imparato, anche grazie al fatto di essere cresciuto con zio Billy, che i pazzi è sempre meglio assecondarli e Cungo è pazzo veramente, non è solo giocherellone, è proprio fuori di melone. Quando da Cungo arriva qualche cliente degno di menzione, Cungo mi chiama e noi ci facciamo l'oroscopo tramite Skype al dignitario. "Mannaggia professo'...ecchéccà...'a sigla!" "Mago...e ci avete ragione, la sigla sigla".


          "Allora Mago Minkionis, vi faccio parlare direttamente con la signora. Prego signora venite venite dovete mettere il mento proprio qua sopra al bancone così il Minkionis vi vede bene". La signora esegue le istruzioni di Cungo ma deve aver evidentemente preso fischi per fiaschi poiché adesso sul mio schermo vedo due immense zizze, peraltro notevolmente sudate cazza di tecnologia, e infatti sento Cungo dire "Nooo, no signora bella, il m-e-n-t-o dovete mettere sul bancone, il mento no le menne!". Non ci riesco, a ridere, perché non ci voglio credere e, soprattutto, mi devo tenere bello concentrato per farci l'oroscopo, a questa, sono nel personaggio, eh!
          "Buonociorno signora piacere di conoscervi, a voi e al vostro immenso mento". Cungo tira un urlo tipo animale della preistoria mentre la signora dice "E va bene piacere piacere".
"Quanto siete nata, solo voi, no il vostro mento che immaccino sarà cresciuto appresso dopo".
"Sto nata il 22 Luglio 1964".
"Azz, comblimendi, che semprate almeno almeno del '54, ve li portate bene, sarà forse il peso del mento". Cungo lancia di nuovo il suo richiamo animale. "Cosa volete sapere? Dell'amore o della salute o forse, del lavoro?"
"Eh ca della salut e p forza"
"Bene, tenete marito?"
"Sì sì"
"E ce lo fate contento, al marito vostro?" Sento un rumore in sottofondo, cupo e forte, tipo come se Cungo ci ha sbatutto di brutto la capa sopra al bancone della farmacia. Solo che il rumore è ripetuto. Infatti Cungo interviene "Mago, tranquillo, so' io che sto sbattendo di capa a bancone, non vi preoccupate". La faccia, paffuta e baffuta, dell'oroscopanda tiene n'espressione assai smarrita.
"Ma voi mi avete a chiedere domande della salute che c'entra marito mio".
"Come, che c'entra. C'entra c'entra. O non c'entra più, dentro a voi, marito vostro?".
"Non ci credo, sei bellissimo" sogghigna Cungo.
"Como dito?"
Sento che l'autocontrollo è sul punto di mettersi in ferie "Signora dal bel baffo, vostro marito, c'entra dentro a voi?"
"Ue ma vulisseve fa lu puorc voi, a Maco?".
"No, no che puorco. E' che tenco abbisogno di informazioni per l'oroscopata, eh".
Rumore come di uno schiaffo preciso sopra al bancone, sempre Cungo.
"Ma sono cose personali..."
"Ah ue signo' e mo' ci avete scassato il cazzo, voi ve la volete fa' st'oroscopata si o no? Io sono un Maco professionale e che ve lo credete. Voi ci avete chiesto al professore farmaceutico di oroscoparvi se non volete rispondere pigliate e andatevene affangulo, con rispetto parlando".
          Interviene Cungo "Signora, e che il Minkionis tiene ragione, quello è un mago, voi ci dovete rispondere invece state a fa la sofisticata, e mica va bene sapete. Quello oltrettutto vi oro-scopa a gratis, eh!".
L'oroscopanda adesso si gratta il mento, quello vero, e solo ora noto che tiene pure un principio di pizzetto. "Ma professo' questo che m'ha mandato affangulo?"
"Eh signo' che voi ce lo fate innervosi'" una lacrima prende a scendere silenziosamente dagli occhi dell'amico mio pazzo.
"E va bbuo' signor Maco, si mio marito se lo accomoda dentro a me ogni tanto".
"Ah. Ogni tanto. Signo' voi ce lo dovete prendervelo più spesso di ogni tanto, tipo come la medicina, due volte al giorno. Anche se per vostro marito immagino dev'essere tipo 'na purga".
Ancora gli animali di Cungo che cantano.
"Eh, va bbuo. Io so' risposta mo' mi volete di' della salute".
"Signo' ma voi un po' pure da sola ve lo date un poco di piacere. Ve la andate a visità la patonza vostra?"
Un boato. Poi vedo riemergere Cungo alle spalle della signora e capisco che si sta rialzando dopo essere rumorosamente caduto.
"Ma chisto è fissato però, prufesso'!".
"E voi rispondeteci per favore, che vi dico la verità so' curioso anch'io di sape' della patonza vostra".
"Mah..."
"Signo' che non vi dovete avvergognarvi, mica ce lo diciamo a nessuno"
"Ma so' cose d'intimità..."
"Rispondete signo' presto, prima che viene gente..." Cungo mo' a me mi pare proprio nu tantino eccitato.
"Be, che nu poco..." e si lecca il baffo.
"Sì ma come?"
"Ecchevuoldì, come?"
"Come ci andate a fare visita alla patonza vostra e dove? E quando ce l'avete visitata l'ultima volta?"
"Sì sì, so' informazioni importanti" dice Cungo che a me mo' mi pare preciso come nu posseduto.
"Ma...che ero...ieri appomeriggio...dentro all'orto mio...m'aggio cuolto a 'na malanzana e che me la so' schiaffata tutta precisa p'inda alla cosa mia". Crolla lo stadio.
"Marronna mia  Maronna mia, signo' ma voi siete 'na pornostar!". A quest'urlo di Cungo la mia professionalità m'abbandona, scoppio a piangere e stacco Skype.